All’Europeo a squadre di Cheboksary, Giordano, con una volata entusiasmante, si impone in un 800 grandi firme (1’45″11); Fabrizio, a 38 anni, domina il triplo (17.11 ventoso). Terzi Demonte nei 200 (20″67) e Floriani nei 3000 sp (8’40″47). Miglior risultato di sei edizioni eguagliato e con record di punti
Quel che non accadeva da quattro anni (successo di Fabrizio Schembri nel triplo di Stoccolma 2011) accade due volte nel giro di un quarto d’ora a Cheboksary 2015, dove la Russia padrona di casa domina quasi incontrastata: l’Italia torna a vincere nell’Europeo a squadre. Merito di Giordano Benedetti, capace di un sontuoso finale in un 800 grandi firme e dell’eterno Fabrizio Donato, 39 anni tra due mesi, che mette tutti in fila nel triplo. E’ grazie alle loro imprese e a una compattezza di squadra che mancava da tempo, che la spedizione azzurra conclude al 6° posto, miglior risultato eguagliato nella storia della rassegna, introdotta nel 2009 in continuità con la Coppa Europa. Identico piazzamento era arrivato nelle prime due occasioni, a Leiria 2009 e a Bergen 2010. Ma stavolta il bottino di punti totale (288) è da record (a Bergen furono 284.5). In fatto di podi individuali (10) solo a Leiria era andata meglio (12), dopo che nelle ultime tre edizioni, addirittura, non si erano superati i cinque. Oggi, ai sei della prima giornata, si sono aggiunte – insieme ai due trionfi – le splendide terze piazze di Enrico Demonte nei 200 (20”67/-0.9) e di Yuri Floriani nei 3000 siepi (8’40”47). L’Italia, che partiva dal 7° posto di sabato, prima ha scavalcato l’Ucraina e poi persino la Gran Bretagna, tanto da presentarsi alla 4×400 maschile conclusiva con tre lunghezze di vantaggio: non bastano per rimanere quinti, ma nemmeno per togliere il sorriso alla formazione guidata dal d.t. Massimo Magnani e dal presidente federale Alfio Giomi.
VOLATA D’AUTORE — Il successo di Benedetti, 26enne trentino, è elettrizzante. Il presunto confronto tra il francese Pierre-Ambroise Bosse, personale da 1’42”53 e il polacco Adam Kszczot, oro continentale in carica, è tra i più attesi del weekend. La gara è veloce (51”42 alla campana), con il gruppo allungato, Benedetti a ridosso dei primi e i due favoriti più indietro. Ai 550 si entra nel vivo: Bosse e Kszczot rompono gli indugi e presto si portano in testa, prendendo alcuni metri di vantaggio su tutti. All’ingresso nel rettilineo finale, pare proprio sfida a due. Ma non si sono fatti i conti con Benedetti, che pure ha un ritardo non da poco: il polacco è il primo a venir infilzato, la lotta col francese è quasi sin sul filo di lana. Il finale dell’azzurro è un capolavoro: in rimonta, ha una velocità superiore e il «tuffo» sulle fotocellule è vincente. Con 1’45”11 (terzo crono della carriera a 44/100 dal personale) precede Bosse di 3/100. “Ci credevo – si entusiasma mentre viene complimentato da Yuri Borzakowski, grande ex della specialità e ora c.t. russo – in questa stagione miro a obiettivi precisi e per ora, Golden Gala compreso, li ho centrati. In caso di gara tattica sarei partito a 200-220 metri dal termine, ma non lo è stata e finalmente sono riuscito a giocarmela in volata. Li ho “aspettati”, sono stato accorto e ho sfruttato al meglio le mie qualità. Adesso vado a lavorare tre settimane in altura al Sestriere, ci rivedremo agli Assoluti di Torino, dove non è escluso doppi coi 1500″.
CLASSE INFINITA — Anche Donato, pensando ai Mondiali di Pechino, centellinerà gli impegni: l’età e le condizioni fisiche non gli permetteranno di fare altrimenti. Intanto, da capitano e da campione che non smette di stupire, festeggia una grande vittoria, da affiancare a quelle di Firenze 2003 e di Malaga 2006. Il laziale spara la misura vincente alla prima prova, il secondo tentativo dell’intera gara: è un 17.11 aiutato dal vento (+3.3), ma di qualità. Poi arrivano due nulli (il secondo di un soffio), ma nessun altro supera i 17 metri. Tra i battuti anche il russo Aleksey Fyodorov (secondo con 16.92/1.6), uno che in questa stagione ha già saltato 17.42. Fabrizio, vinta la gara, rinuncia all’ultima prova. “Ho poca autonomia – ammette, mentre via Twitter giungono subito le congratulazioni del campione olimpico, lo statunitense Christian Taylor – sono ai limiti, ho forti dolori al tendine d’Achille sinistro e so di non poter rischiare. Peccato, in qualche modo è un’occasione persa, perché avrei potuto atterrare lontano. Al secondo tentativo ho pizzicato la plastilina… Il mondo avanza in fretta e io guardo al mondo, resto ambizioso”. Da capitano, intanto, più che se stesso, applaude la squadra: “Nonostante le tante assenze per infortunio – dice – ma con tanti giovani pieni di voglia di fare, abbiamo dimostrato di essere più che vivi. Occorre continuare così, con entusiasmo”.